4.9.06

L'anno della tecnologia low cost
e non solo per i paesi più poveri

Computer da 100 dollari, telefonate a prezzi stracciati se non addirittura gratis, telefoni cellulari semplificati e software gratuito. Hanno diversi intenti e diverse motivazioni, ma per un motivo o per l'altro gran parte dei settori dell'Information Technology stanno dedicando sempre più energie alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie e servizi a basso costo. Sia che si tratti di progetti nati per diffondere la tecnologia nei paesi in via di sviluppo (e che poi trovano ottime applicazioni nei paesi ricchi), sia per le alternative low cost al mercato internazionale (che inevitabilmente finiscono per interessare le nazioni più povere), si tratta di una marcata tendenza degli ultimi anni, che nel 2005 ha trovato la sua consacrazione. E che finito per cambiare la forma stessa del mercato.

Negli ultimi mesi il campione dell'informatica a basso costo è stato Nicholas Negroponte e il suo computer da 100 dollari, un modello di pc portatile da lui partorito in collaborazione con il MIT di Boston per essere venduto ai bambini dei paesi in via di sviluppo con il fine ridurre il digital divide che li separa dal resto del mondo. Un'iniziativa che ha interessato molti se è vero che Bill Gates ha voluto un colloquio privato con Negroponte e che Steve Jobs, leader della rivale Apple, si era offerto di montare gratuitamente il suo software - Mac OSX - su quei computer. Niente da fare: il pc meno costoso del pianeta monterà Linux, il software libero per eccellenza.

Tuttavia, nonostante i dati relativi al terzo quadrimestre del 2005 diano la vendita di pc in Africa e Medio Oriente in aumento del 20%, tra gli analisti del settore c'è anche chi scommette che saranno pochi in quei paesi a spendere una cifra simile per un computer, sottraendola a spese più impellenti come il cibo. E così quei laptop rischiano di finire sugli scaffali dei negozi occidentali.

Decisamente più commerciale è invece la strada che ha imboccato il low cost nel mercato della telefonia cellulare. Nascono infatti già con un dichiarato doppio intento i cosiddetti telefoni cellulari semplificati (in grado cioè di assolvere alle sole funzioni base), come il Simply di Vodafone. Il primo obiettivo è diffondere una cultura della telefonia mobile anche in paesi come l'Africa, dove in molte zone si potrebbe addirittura saltare il passaggio tecnologico della telefonia fissa dato che questa non è molto diffusa mentre le linee cellulari hanno visto un aumento del 60% dal 1999 ad oggi; il secondo obiettivo è conquistare una fetta di mercato occidentale ancora vergine per la telefonia cellulare: quella dei bambini e degli anziani che sempre di più richiedono telefoni che siano essenziali e semplici da usare.

Quanto al costo delle telefonate l'alfiere del basso costo è stato senza dubbio Skype, una delle prime aziende a dare la possibilità di fare telefonate a costi ridottissimi (addirittura gratis se la telefonata non è da computer a telefono ma da computer a computer) sfruttando la tecnologia VoIP, in grado di far viaggiare la voce attraverso la rete. Talmente grande è stato l'impatto di Skype che tutti i big di internet si sono dovuti adeguare per non perdere terreno, da Microsoft a Yahoo! a Google, e ora anche molti altri operatori telefonici di tutto il mondo si stanno attrezzando per offrire servizi di telefonia VoIP integrati con le linee casalinghe, così da consentire, previo cambiamento dell'apparecchio, telefonate a costo quasi zero dal telefono di casa. Proprio per questo gli analisti di Gartner predicono che nel 2009 le linee telefoniche VoIP saranno il 56% del totale.

Ma il mercato dove il low cost si sta espandendo con maggiore forza è sicuramente quello del software. Ed è un processo avviato da tempo. La strada è quella dell'open source, cioè il software distribuito gratuitamente e modificabile da chiunque lo voglia (e ne sia in grado). Recentemente questa filosofia ha cominciato ad essere adottata sempre di più anche dalle grandi aziende. A fare da apripista in questa direzione era stata Ibm, che già nel 1999 decise di dotarsi in qualche caso di software open source per migliorare le prestazioni e ridurre i costi. Da quel momento in molti hanno seguito il suo esempio e negli ultimi mesi anche amministrazioni statali come quella Svizzera o Argentina sono passate al software libero. Così, se per i paesi occidentali quella dell'open source è una scelta ideologica più che economica, in paesi come Russia, India, Corea, Cina e Brasile i software e sistemi operativi liberi come Linux riscuotono un grandissimo successo. Talmente grande da far vacillare anche il gigante Microsoft. Che non è rimasto con le mani in mano: nonostante sia da sempre indicato come "il nemico" dai sostenitori della filosofia del software libero e gratuito, da poco ha fatto un piccolo ma significativo passo verso l'open source annunciando la liberalizzazione del formato OpenXML (anche se resta coperto da brevetto) alla base del suo nuovo pacchetto Office.

da REPUBBLICA.IT del 25/12/05

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