Nel mondo delle mappe non esiste solo Google Earth. E non esistono nemmeno solo i suoi concorrenti più agguerriti con alle spalle colossi come Microsoft, Yahoo!, Amazon ecc. ecc.
A dimostrarlo è la piccola realtà di glocalmap.to, un progetto che, facendosi forza dell'evento olimpico Torino 2006, ha messo in piedi intorno alla mappa della città un'applicazione che consente a chiunque di etichettare qualsiasi luogo con commenti, indicazioni, iniziative e quant'altro, aggiungendo anche fotografie e video.
La mappa (ottenuta aggregando il materiale dell'archivio orto-fotografico del Comune di Torino) è visibile a diversi livelli di zoom ma soprattutto è aperta ai contributi degli utenti. Chiunque lo voglia puà inserire un "tag", cioè un'etichetta con del testo e un'immagine o un video, su un punto in particolare della mappa (una via, un palazzo, un parco...) e questo viene segnato con una piccola X rossa, cliccando sulla quale gli altri utenti possono visualizzare il commento scritto e (se c'è) l'immagine o il video associati.
Questo si chiama "social tagging" e, applicato anche a contesti diversi, è una caratteristica fondamentale di tutto ciò che sta uscendo di nuovo in rete. E' il focus che si sposta sugli utenti, i quali diventano automaticamente anche produttori di contenuti. I blog, Flickr e Deli.cio.us sono tutti esempi di grandi successi di internet che stanno segnando la differenza in questo modo.
Lo scopo, nel caso di glocalmap, è semplice: creare una visione di Torino differente, altamente influenzata dalle persone, dalle comunità e dai movimenti che attraversano la città, per dimostrare le potenzialità di una tecnologia e di un'idea applicabile anche a molti altri contesti.
Ma glocalmap non è solo questo, il progetto tutto italiano curato da Carlo Infante con Filippo Moncelli, Stefano Ruggeri, Sandro De Francesco e l’architetto Maurizio Cilli assieme alla regione Piemonte ed al consorzio top-ix (www.top-ix.org), sperimenta anche le integrazioni tra media. I tag infatti possono essere inviati pure attraverso il cellulare, mandando un SMS o un MMS (con foto) al sito contenenti l'etichetta e l'indirizzo a cui questa fa riferimento si possono aggiungere in mobilità dei commenti.
Un esempio della forza di tutto questo lo si è visto sabato 18 e sabato 25 febbraio, durante le due notti bianche di Torino, due momenti in cui tutta la città (con i suoi musei, locali, iniziative....) era aperta al pubblico. In quei casi un servizio come quello di glocalmap è servito ad orientare gli utenti grazie al loro stesso contributo.
Digitando "carpeNoctem" sul motore di ricerca del sito appaiono tutti i tag realtivi alle notti bianche e inquadrando una zona dall'alto si ha immediatamente il colpo d'occhio di quali e quanti luoghi (segnati con le X rosse che indicano la presenza di un'etichetta) offrano qualcosa e cliccando sul tag appare la descrizione dell'evento o un'eventuale commento.
Quello che sta succedendo è che se nella prima fase internet si è configurato come il luogo non fisico per eccellenza delle informazioni (cioè dell'oggettività), ora nella sua seconda fase (con progetti come Wikipedia, Digg e Deli.cio.us) la rete delle reti sembra stia diventando sempre di più il luogo per eccellenza dell'espressione dei pareri (cioè della soggettività di massa). Opinioni, preferenze e considerazioni che aggregate danno un valore aggiunto alle semplici informazioni, cioè oltre a sapere dove si trovi un certo luogo (per continuare con l'esempio delle mappe), spesso è più utile sapere che cosa succeda in quel luogo, se sia difficile trovare parcheggio, se ci siano lavori in corso o ancora se quello che si trova lì sia interessante o meno.
da AFFARI E FINANZA del 03/06
A dimostrarlo è la piccola realtà di glocalmap.to, un progetto che, facendosi forza dell'evento olimpico Torino 2006, ha messo in piedi intorno alla mappa della città un'applicazione che consente a chiunque di etichettare qualsiasi luogo con commenti, indicazioni, iniziative e quant'altro, aggiungendo anche fotografie e video.
La mappa (ottenuta aggregando il materiale dell'archivio orto-fotografico del Comune di Torino) è visibile a diversi livelli di zoom ma soprattutto è aperta ai contributi degli utenti. Chiunque lo voglia puà inserire un "tag", cioè un'etichetta con del testo e un'immagine o un video, su un punto in particolare della mappa (una via, un palazzo, un parco...) e questo viene segnato con una piccola X rossa, cliccando sulla quale gli altri utenti possono visualizzare il commento scritto e (se c'è) l'immagine o il video associati.
Questo si chiama "social tagging" e, applicato anche a contesti diversi, è una caratteristica fondamentale di tutto ciò che sta uscendo di nuovo in rete. E' il focus che si sposta sugli utenti, i quali diventano automaticamente anche produttori di contenuti. I blog, Flickr e Deli.cio.us sono tutti esempi di grandi successi di internet che stanno segnando la differenza in questo modo.
Lo scopo, nel caso di glocalmap, è semplice: creare una visione di Torino differente, altamente influenzata dalle persone, dalle comunità e dai movimenti che attraversano la città, per dimostrare le potenzialità di una tecnologia e di un'idea applicabile anche a molti altri contesti.
Ma glocalmap non è solo questo, il progetto tutto italiano curato da Carlo Infante con Filippo Moncelli, Stefano Ruggeri, Sandro De Francesco e l’architetto Maurizio Cilli assieme alla regione Piemonte ed al consorzio top-ix (www.top-ix.org), sperimenta anche le integrazioni tra media. I tag infatti possono essere inviati pure attraverso il cellulare, mandando un SMS o un MMS (con foto) al sito contenenti l'etichetta e l'indirizzo a cui questa fa riferimento si possono aggiungere in mobilità dei commenti.
Un esempio della forza di tutto questo lo si è visto sabato 18 e sabato 25 febbraio, durante le due notti bianche di Torino, due momenti in cui tutta la città (con i suoi musei, locali, iniziative....) era aperta al pubblico. In quei casi un servizio come quello di glocalmap è servito ad orientare gli utenti grazie al loro stesso contributo.
Digitando "carpeNoctem" sul motore di ricerca del sito appaiono tutti i tag realtivi alle notti bianche e inquadrando una zona dall'alto si ha immediatamente il colpo d'occhio di quali e quanti luoghi (segnati con le X rosse che indicano la presenza di un'etichetta) offrano qualcosa e cliccando sul tag appare la descrizione dell'evento o un'eventuale commento.
Quello che sta succedendo è che se nella prima fase internet si è configurato come il luogo non fisico per eccellenza delle informazioni (cioè dell'oggettività), ora nella sua seconda fase (con progetti come Wikipedia, Digg e Deli.cio.us) la rete delle reti sembra stia diventando sempre di più il luogo per eccellenza dell'espressione dei pareri (cioè della soggettività di massa). Opinioni, preferenze e considerazioni che aggregate danno un valore aggiunto alle semplici informazioni, cioè oltre a sapere dove si trovi un certo luogo (per continuare con l'esempio delle mappe), spesso è più utile sapere che cosa succeda in quel luogo, se sia difficile trovare parcheggio, se ci siano lavori in corso o ancora se quello che si trova lì sia interessante o meno.
da AFFARI E FINANZA del 03/06
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