Si può dire che esistano sostanzialmente tre modi di comprare qualcosa: il modo reale, il modo ibrido e quello virtuale.
Il modo reale è il più tradizionale, si esce, ci si dirige in un negozio, si entra, si sceglie l'oggetto dei desideri e con denaro tangibile (anzi frusciante) si acquista qualcosa che ha una consistenza, dopodichè felici si può ritornare a casa con il frutto dell'acquisto saldamente in mano. Il modo ibrido prevede che tramite moneta virtuale (solitamente si tratta di carta di credito) si acquisti un bene tangibile che, nel caso degli acquisti online, verrà recapitato a casa o il giorno seguente o dopo un lasso di tempo infinitamente più lungo (non ci sono vie di mezzo). La terza via infine prevede che con denaro virtuale si compri un bene virtuale, il che non è neanche tanto assurdo, è in fondo ragionevole che per avere qualcosa che non esiste fisicamente (ma esiste in assoluto!) si paghi con denaro immateriale...
I media stores della rete appartengono a quest'ultima categoria, tutto è virtuale.
Si tratta dei negozi di musica e video online, uno dei più grandi successi commerciali del 2005 e uno dei settori che più è in espansione in assoluto, con un miliardo di dollari di profitti solo nell'ultimo anno.
In Italia sono arrivati solo in parte (non tutti i media stores infatti hanno aperto la sezione italiana a causa di lungaggini legali) e per il momento si tratta unicamente di music stores, per il video tocca ancora aspettare, ma già si può parlare di successo. Allo stato attuale il negozio di musica virtuale aperto anche in Italia che con più probabilità soddisferà i vostri desideri è quello di Apple, cioè iTunes (www.apple.com/itunes), che non a caso con il suo archivio di quasi due milioni di tracce è anche il leader di mercato mondiale (ben il 75% delle canzoni acquistate in rete vengono da iTunes).
Naturalmente, per assicurarsi il margine di successo più ampio possibile, fare un acquisto è semplicissimo e soprattutto molto economico (se rapportato ai costi del mondo vero), basta scaricare dal sito ufficiale il software e una volta installato compiere la procedura di registrazione che chiede i soliti dati: nome, cognome, età ecc. ecc. scegliere un nome utente, una password e cosa più importante inserire il numero della carta di credito (la sicurezza è una delle priorità di ogni music store!), operazione che verrà compiuta una ed una sola volta, ci pensa poi il music store a ricordarsela per voi.
Fatto questo si presenta la home page con le principali offerte della settimana: dai dischi più venduti alle novità, come ogni vetrina che si rispetti. In alto c'è la barra per la ricerca, si immette il nome dell'artista, della canzone o dell'album e i risultati arrivano immediatamente. A questo punto l'acquisto è ad un pugno di click. Basta premere su "Acquista", confermare premendo "SI" quando appare il cartello "Sei sicuro di voler acquistare questa traccia?", ed è fatta, in pochi secondi (a seconda della connessione utilizzata) la traccia è scaricata e pronta per l'ascolto o la masterizzazione.
Qual è il segreto del successo di una formula simile (che più o meno è la medesima per tutti i music e video store)? Il prezzo. Una traccia = 1€ e un album 8 o 10€, una bella differenza con i dischi comprati nel mondo reale... Certo c'è anche un bella differenza con le tracce scaricate gratis, ma 1€ è una cifra ragionevole per avere garantite l'immediatezza del download (tutta la procedura prende 30 sec al massimo), la sicurezza dell'integrità della canzone e la pulizia del suono.
Tanto è ragionevole questa cifra che ora il commercio online costituisce il 6% dei profitti della vendita totale di musica (due anni fa costituiva meno dell'1%) e se c'è un 15% sul totale dei naviganti in rete che scarica musica illegalmente c'è anche un 5% che la compra. Per dare un'idea basterà citare il fatto che solo nell'ultima settimana del 2005 sono state comprate ben 20 milioni di tracce.
Ma il bello è quello che deve ancora venire. I video stores come quello di Google (http://video.google.com) offrono ad un prezzo che oscilla intorno ai 2€ a filmato gli episodi delle serie televisive più seguite, assieme a quelle storiche (da McGyver a Supercar), oltre alle partite dell'Nba e altri video inediti. Google Video in più è aperto a tutti, chiunque può mettere in vendita (o anche distribuire gratis) i propri video al prezzo che crede.
Per il momento, nonostante la grande crescita, la vendita di contenuti multimediali in rete è un settore ancora acerbo che sta maturando lentamente e che vive ancora in una fase oligarchica in cui poche grandi aziende fanno il bello ed il cattivo tempo, vendendo file musicali ascoltabili solo attraverso i music player o i lettori MP3 prodotti da loro (così fa Apple e così vuole fare Microsoft), ma le cose stanno cambiando. Chi fornisce i contenuti (dalle case discografiche a chi distribuisce le serie televisive) si sta stancando di fornire il suo materiale in esclusiva, preferisce un mercato in cui poter vendere la sua merce attraverso più canali, magari con prezzi diversi per target diversi.
E questo accadrà non appena scenderanno sul mercato mondiale pezzi grossi come Rhapsody di Real Networks (per ora attivo solo in America con un archivio di 1,5 milioni di tracce) o Urge, il media store di MTV sponsorizzato da Microsoft, che sarà compreso in tutte le nuove versioni di Windows Media Player e del sistema operativo di Bill Gates e permetterà alla rete televisiva di origini americane di distribuire oltre alla sua musica ed ai suoi video anche le sue trasmissioni, nonchè dei video inediti girati apposta per la vendita in rete.
Se non riuscite a comprendere il successo di questo fenomeno è perchè non avete provato. L'acquisto è talmente semplice, veloce ed economico e la varietà dell'offerta è tale (e ancora deve milgiorare parecchio!) da rendere l'esperienza dell'acquisto in un negozio virtuale una vera e propria droga.
da DIGITAL LIFESTYLE
Il modo reale è il più tradizionale, si esce, ci si dirige in un negozio, si entra, si sceglie l'oggetto dei desideri e con denaro tangibile (anzi frusciante) si acquista qualcosa che ha una consistenza, dopodichè felici si può ritornare a casa con il frutto dell'acquisto saldamente in mano. Il modo ibrido prevede che tramite moneta virtuale (solitamente si tratta di carta di credito) si acquisti un bene tangibile che, nel caso degli acquisti online, verrà recapitato a casa o il giorno seguente o dopo un lasso di tempo infinitamente più lungo (non ci sono vie di mezzo). La terza via infine prevede che con denaro virtuale si compri un bene virtuale, il che non è neanche tanto assurdo, è in fondo ragionevole che per avere qualcosa che non esiste fisicamente (ma esiste in assoluto!) si paghi con denaro immateriale...
I media stores della rete appartengono a quest'ultima categoria, tutto è virtuale.
Si tratta dei negozi di musica e video online, uno dei più grandi successi commerciali del 2005 e uno dei settori che più è in espansione in assoluto, con un miliardo di dollari di profitti solo nell'ultimo anno.
In Italia sono arrivati solo in parte (non tutti i media stores infatti hanno aperto la sezione italiana a causa di lungaggini legali) e per il momento si tratta unicamente di music stores, per il video tocca ancora aspettare, ma già si può parlare di successo. Allo stato attuale il negozio di musica virtuale aperto anche in Italia che con più probabilità soddisferà i vostri desideri è quello di Apple, cioè iTunes (www.apple.com/itunes), che non a caso con il suo archivio di quasi due milioni di tracce è anche il leader di mercato mondiale (ben il 75% delle canzoni acquistate in rete vengono da iTunes).
Naturalmente, per assicurarsi il margine di successo più ampio possibile, fare un acquisto è semplicissimo e soprattutto molto economico (se rapportato ai costi del mondo vero), basta scaricare dal sito ufficiale il software e una volta installato compiere la procedura di registrazione che chiede i soliti dati: nome, cognome, età ecc. ecc. scegliere un nome utente, una password e cosa più importante inserire il numero della carta di credito (la sicurezza è una delle priorità di ogni music store!), operazione che verrà compiuta una ed una sola volta, ci pensa poi il music store a ricordarsela per voi.
Fatto questo si presenta la home page con le principali offerte della settimana: dai dischi più venduti alle novità, come ogni vetrina che si rispetti. In alto c'è la barra per la ricerca, si immette il nome dell'artista, della canzone o dell'album e i risultati arrivano immediatamente. A questo punto l'acquisto è ad un pugno di click. Basta premere su "Acquista", confermare premendo "SI" quando appare il cartello "Sei sicuro di voler acquistare questa traccia?", ed è fatta, in pochi secondi (a seconda della connessione utilizzata) la traccia è scaricata e pronta per l'ascolto o la masterizzazione.
Qual è il segreto del successo di una formula simile (che più o meno è la medesima per tutti i music e video store)? Il prezzo. Una traccia = 1€ e un album 8 o 10€, una bella differenza con i dischi comprati nel mondo reale... Certo c'è anche un bella differenza con le tracce scaricate gratis, ma 1€ è una cifra ragionevole per avere garantite l'immediatezza del download (tutta la procedura prende 30 sec al massimo), la sicurezza dell'integrità della canzone e la pulizia del suono.
Tanto è ragionevole questa cifra che ora il commercio online costituisce il 6% dei profitti della vendita totale di musica (due anni fa costituiva meno dell'1%) e se c'è un 15% sul totale dei naviganti in rete che scarica musica illegalmente c'è anche un 5% che la compra. Per dare un'idea basterà citare il fatto che solo nell'ultima settimana del 2005 sono state comprate ben 20 milioni di tracce.
Ma il bello è quello che deve ancora venire. I video stores come quello di Google (http://video.google.com) offrono ad un prezzo che oscilla intorno ai 2€ a filmato gli episodi delle serie televisive più seguite, assieme a quelle storiche (da McGyver a Supercar), oltre alle partite dell'Nba e altri video inediti. Google Video in più è aperto a tutti, chiunque può mettere in vendita (o anche distribuire gratis) i propri video al prezzo che crede.
Per il momento, nonostante la grande crescita, la vendita di contenuti multimediali in rete è un settore ancora acerbo che sta maturando lentamente e che vive ancora in una fase oligarchica in cui poche grandi aziende fanno il bello ed il cattivo tempo, vendendo file musicali ascoltabili solo attraverso i music player o i lettori MP3 prodotti da loro (così fa Apple e così vuole fare Microsoft), ma le cose stanno cambiando. Chi fornisce i contenuti (dalle case discografiche a chi distribuisce le serie televisive) si sta stancando di fornire il suo materiale in esclusiva, preferisce un mercato in cui poter vendere la sua merce attraverso più canali, magari con prezzi diversi per target diversi.
E questo accadrà non appena scenderanno sul mercato mondiale pezzi grossi come Rhapsody di Real Networks (per ora attivo solo in America con un archivio di 1,5 milioni di tracce) o Urge, il media store di MTV sponsorizzato da Microsoft, che sarà compreso in tutte le nuove versioni di Windows Media Player e del sistema operativo di Bill Gates e permetterà alla rete televisiva di origini americane di distribuire oltre alla sua musica ed ai suoi video anche le sue trasmissioni, nonchè dei video inediti girati apposta per la vendita in rete.
Se non riuscite a comprendere il successo di questo fenomeno è perchè non avete provato. L'acquisto è talmente semplice, veloce ed economico e la varietà dell'offerta è tale (e ancora deve milgiorare parecchio!) da rendere l'esperienza dell'acquisto in un negozio virtuale una vera e propria droga.
da DIGITAL LIFESTYLE
Nessun commento:
Posta un commento