Attenta pianificazione e rigorosa divisione del lavoro
La dimensione di realtà estetizzata dei wuxiapan come La città proibita è vittima del duplice vincolo di sembrare storicamente verosimile pur presentando un mondo di irreale bellezza, un mandato che fa parte del genere fin dalle sue origini quando gli effetti speciali erano costituiti più che altro dalle impossibili evoluzioni dei protagonisti aiutati dai cavi. Ora il wuxiapan mantiene ancora forte questa sua caratteristica pur avendola integrata con effetti digitali più complessi e originali, in grado di andare più in là di una rappresentazione estetizzata della violenza.
Per questo Zhang Yimou e il regista delle scene d'azione Tony Ching hanno deciso di assumere due differenti studi di effetti computerizzati che intervenissero ognuno su una parte sola delle modifiche digitali. Due team il cui lavoro era assolutamente complementare.
Il primo, quello di Frankie Chung Chi Hang che si era già occupato degli effetti speciali di Kung fusion, era incaricato unicamente di occuparsi della rimozione in post produzione dei cavi utilizzati per tenere sospesi a mezz'aria gli attori durante le loro evoluzioni marziali e degli effetti speciali marginali, mentre il secondo, l'americano Moving Picture Co. di Angela Barton, era stato incaricato di occuparsi delle scene di massa (uno dei momenti più importanti del film). Una decisione dovuta probabilmente all'esperienza maturata dallo studio americano durante la lavorazione delle scene di massa di Troy, Alexander e Le crociate.
Le comparse digitali e gli spazi infiniti
Zhang Yimou appartiene a quella schiera di registi che non amano improvvisare e che una volta sul set hanno già in mente tutto quello che deve accadere e come deve essere ogni scena, impresa non semplice al momento di girare sequenze con 800 comparse, per questo lo studio di Angela Barton ha optato per un sistema detto di "preview", cioè tutte le scene più complesse venivano pianificate e simulate prima che si cominciasse a girare, in modo che il giorno delle riprese fosse già chiaro tutto quello di cui ci sarebbe stato bisogno e soprattutto la logistica fosse già preordinata.
"Il set era impressionante" racconta Angela Barson "Abbiamo passato la prima mattinata a camminare in giro sormontati dalle dimensioni del tutto. Poi abbiamo dovuto misurare e fotografare il set per poterlo poi ricreare al computer. Cosa che da sola è stata un lavoro infinito".
L'obiettivo di Yimou era dipingere due armate di porporzioni epiche che si scontravano l'una contro l'altra e poi la disperazione dell'armata ribelle nel momento in cui viene intrappolata tra due fronti e quindi annullata. Per fare questo erano necessarie panoramiche molto ampie che riprendessero le 800 comparse assieme a tutto lo spazio vuoto da riempire con i loro cloni digitali. L'area in questione misurava quanto svariati campi da calcio, per questo alla fine, sempre stando ad Angela Baron, l'effetto è necessariamente artificiale: "Alcune immagini sono così ampie che è ovvio che si tratti di computer grafica. Anche se poi i nostri soldati digitali si mischiano perfettamente con le comparse reali".
La parte più tradizionale del wuxiapan: i cavi
Il reparto rimozione cavi di Frankie Chung Chi Hang invece ha avuto altro di cui lamentarsi, perchè Tony Ching, il regista delle scene d'azione, abbonda nell'uso di cavi e nel loro intreccio, inoltre nell'ottica di un maggiore realismo del film le frecce (chiaramente digitali) dovevano essere molte più di quanto preventivato e dovevano essere usate a più d'una alla volta per colpire le vittime. Dunque un lavoro meno creativo e più manuale, lungo e rognoso.
La sequenza più impegnativa a tal proposito, nonchè poi una di quelle dotate del maggior impatto visivo, è stata quella degli assassini che si calano nella vallata di notte. Innanzitutto per il complicato lavoro di rimozione cavi e secondo perchè ai veri assassini che erano in primo piano (tenuti in aria dai soliti cavi) andavano affiancati quelli digitali nello sfondo senza che si percepisse la differenza tra ciò che è vero e ciò che è finto.
da MYMOVIES.IT
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