8.5.09

J.J. Abrams porta al cinema il suo Star Trek

J.J. Abrams si è fatto il suo Star Trek privato. Non solo ha realizzato l'ultimo film della saga (infinita?) che spinge avanti "l'ultima frontiera" alla scoperta di zone inesplorate dello spazio, ma l'ha resettata a suo piacimento.
È questa la cosa più evidente dopo la visione del nuovo Star Trek che invaderà le sale italiane (in contemporanea mondiale) dall'8 maggio, l'azione è ambientata prima della serie classica e racconta della vita giovanile di Kirk, Spock, McCoy e tutto l'equipaggio storico. L'accademia, i primi incarichi, le rivalità ecc. ecc. Ma non pensiate che Abrams si sia adeguato alla lunga storia e alle esigenze di "coerenza" con tutto quello che è stato già raccontato. Il genio dietro Lost si è fatto il suo Star Trek con le sue regole, i suoi caratteri, i suoi eventi traumatici e i suoi personaggi.

Il film si apre subito con un viaggio nel tempo che modifica la storia, dunque tutto quello che vediamo è una realtà alternativa nella quale accadono cose diverse da quelle già raccontate proprio a causa di quell'evento iniziale. È la realtà alternativa di J.J. Abrams. Benvenuti.
Non deve stupire allora come più che somigliare ad un classico film di Star Trek quest'ultimo abbia più le caratteristiche che hanno reso famoso Lost: suspence, azione forsennata (si comincia a correra all'inizio e non ci si ferma più!) e un contesto misterioso e fascinoso che avvince. Il film di J. J. Abrams è andato oltre ogni più rosea aspettativa, anche più in là di quanto si sperasse quando, a novembre, l'autore era venuto a Roma per presentare 20 minuti in esclusiva del film ed era stato possibile avvicinarlo per qualche battuta.

In quell'occasione la cosa più strana (e che poi dopo la visione del film si è rivelata effettiva!) fu il modo in cui il regista rimarcava che non intendeva accontentare i fan della serie con il suo film: "Quando abbiamo messo in rete la prima foto dell'Enterprise tratta dal film qualcuno ha detto che faceva schifo perchè i motori erano troppo grossi. Ora, io lo so che esistono i puristi ma a me la cosa che mi interessa più di tutte è fare un film d'intrattenimento e non una cosa per fan che tanto avranno SEMPRE qualcosa da ridire".
Da come parla già lo si capisce ma poi è lui stesso a precisarlo: non è per niente un cultore della serie e ha accettato questo ruolo solo perchè la trama del film lo intrigava davvero. Ecco dunque il perchè della sbandierata poca attenzione ai fan (ma in realtà non è vero, alla sceneggiatura ha partecipato Roberto Orci, uno dei più grandi esperti di continuity trekkiana e il film è pieno di riferimenti e chicche che colgono solo i cultori).

Mettere nell'angolo J. J. Abrams decisamente non è facile. Cosa crede che Star Trek sia riuscito ad anticipare e che poi si è realizzato nel nostro presente? "E se ora mi teletrasportassi che ne direbbe?" Direi che se scompare da qui sono sicuro che ricompare sull'isola: "Ahahahahah! Scherzi a parte i communicator all'epoca erano fantascienza ma ora device simili sono all'ordine del giorno mentre cose come i viaggi nel tempo o la velocità curvatura sono ridicoli oggi come allora".

All'epoca dell'intervista non lo si poteva immaginare ma il film completo ha molte somiglianze con tante cose già viste. Ci sono ambienti bianchissimi illuminati come 2001: Odissea Nello Spazio, ci sono stazioni sotterranee che ricordano il progetto Dharma e c'è un pianeta nevoso che ricorda quello di Guerre Stellari eppure già in quella discussione Abrams seppe mettere le mani avanti: "Sono sicuro di essere stato influenzato in qualche modo. Ad esempio le mie scene del bar sono come quelle di Star Wars ma in fondo diverse, lì era un posto alieno mentre il mio bar è più un bar dove andresti anche tu. Alla fine però di Guerre Stellari sono stati fatti 6 film e non riesco a pensare a qualcosa che non abbiano rappresentato: pianeti delle nevi, dei cieli, del fuoco, dell'amore ecc. ecc. Tre di quei film poi sono così pieni di immagini personaggi, alieni, occhi, persone blu... E' impossibile fare fantascienza senza avvicinarsi".

E alla domanda finale su quale possa essere l'appeal di una cosa futurista come Star Trek in un paese passatista e tecnologicamente arrancante come il nostro Abrams ha risposto sicuro: "Credo che la scienza di Star Trek abbia poco a che vedere con la storia o la sua emozionalità. C'è chi lo ama e si appassiona agli effetti o all'idea cliché dell'ultima frontiera, ma poi ciò che io personalmente amo di Star Trek e che penso lo renda diverso da Star Wars è come sia una visione sincera del nostro futuro. Allora un paese più arretrato può avere forse anche più interesse perchè è ancora più fantascienza".

da WIRED.IT del 08/05/09

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