I Decepticon non sono stati totalmente sconfitti, gli Autobot collaborano con il governo ma non hanno la più completa fiducia, Sam deve andare al college per avere una vita normale ma gli eventi non glielo consentiranno. Tutto convergerà intorno al ritrovamento di un frammento cruciale alla distruzione o al salvataggio della Terra da parte degli ultimi esponenti (ancora in vita) del pianeta di provenienza dei robottoni giganti.
Tanto il primo film era sembrato incredibilmente azzeccato per come riusciva a moderare tutte le componenti solitamente esagerate del cinema di Michael Bay (azione forsennata, comicità, trama e valori maschili) quanto ora tutto quanto è mescolato senza guardare al dosaggio. Per semplificare si potrebbe dire che Transformers: La Vendetta Del Caduto è un film di due ore e mezza nel quale per almeno due ore non si vede altro se non grossi robot digitali che spaccano tutto (compresi se stessi) mentre di sfondo alcuni piccoli umani fuggono e si dicono parole ininfluenti (mai personaggio fu tanto inutile in una trama quanto quello di Megan Fox).
In realtà ciò che sembra essere accaduto è che la produzione si è accorta che il target che più ha gradito il primo film è stato quello infantile, per questo secondo allora ha abbassato l'asticella, ha inserito più scene spettacolari e personaggi-macchietta. Il risultato è allora un film, per come è orchestrato il racconto, non è troppo lontano dal cinema della Disney.
Scompare del tutto ogni velleità di riflessione sul rapporto tra l'uomo e la tecnologia e i Transformers qui diventano metafora dell'indicibile (o immostrabile) umano. I loro corpi metallici vengono malmenati, dilaniati, squartati e sanguinano (sic!) come corpi umani non potrebbero mai fare in un film adatto a tutte le età. Il metallo spesso sembra rompersi e squarciarsi seguendo le regole della carne, questo però, lungi da essere un espediente interessante, si risolve solo in una crudezza di facciata che non salva lo spettatore dalla noia infinita di un destruction derby lungo e inutile nel quale le pochissime scene tra umani fanno rimpiangere il metallo che si dilania.
Tanto il primo film era sembrato incredibilmente azzeccato per come riusciva a moderare tutte le componenti solitamente esagerate del cinema di Michael Bay (azione forsennata, comicità, trama e valori maschili) quanto ora tutto quanto è mescolato senza guardare al dosaggio. Per semplificare si potrebbe dire che Transformers: La Vendetta Del Caduto è un film di due ore e mezza nel quale per almeno due ore non si vede altro se non grossi robot digitali che spaccano tutto (compresi se stessi) mentre di sfondo alcuni piccoli umani fuggono e si dicono parole ininfluenti (mai personaggio fu tanto inutile in una trama quanto quello di Megan Fox).
In realtà ciò che sembra essere accaduto è che la produzione si è accorta che il target che più ha gradito il primo film è stato quello infantile, per questo secondo allora ha abbassato l'asticella, ha inserito più scene spettacolari e personaggi-macchietta. Il risultato è allora un film, per come è orchestrato il racconto, non è troppo lontano dal cinema della Disney.
Scompare del tutto ogni velleità di riflessione sul rapporto tra l'uomo e la tecnologia e i Transformers qui diventano metafora dell'indicibile (o immostrabile) umano. I loro corpi metallici vengono malmenati, dilaniati, squartati e sanguinano (sic!) come corpi umani non potrebbero mai fare in un film adatto a tutte le età. Il metallo spesso sembra rompersi e squarciarsi seguendo le regole della carne, questo però, lungi da essere un espediente interessante, si risolve solo in una crudezza di facciata che non salva lo spettatore dalla noia infinita di un destruction derby lungo e inutile nel quale le pochissime scene tra umani fanno rimpiangere il metallo che si dilania.
da MYMOVIES.IT
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