Meno di due settimane fa sono iniziate le riprese di Indiana Jones IV e già dal giorno dopo erano diffuse in rete una foto di Harrison Ford vestito nuovamente da Indiana Jones e un breve filmato di Spielberg e Lucas al lavoro sul set. In America è da poco uscito Ratatouille, attesissimo nuovo film d'animazione della Pixar, ma già da molti mesi in rete circolavano foto, disegni, trailer brevi e lunghi e addirittura dieci minuti sani del film. Niente pirateria, si tratta di tutto materiale originale, diventato in rete materiale promozionale senza bisogno di trattamenti o campagne specifiche ma solo grazie alla fama di cui i due film godono già da mesi prima della loro uscita.
Sono solo due esempi, i più recenti, di come internet stia cambiando la promozione cinematografica, specialmente per quanto riguarda le pellicole più attese, i grandi blockbuster e i film che coinvolgono autori o attori di culto, tutte quelle opere insomma che per un motivo o per un altro godono di un certo seguito e di un'aspettativa, almeno da una parte del pubblico, già dal momento del loro annuncio.
Grazie ad internet i fan e gli appassionati possono essere raggiunti a costo zero, sottoponendogli materiale di lavorazione grezzo (foto scattate sul set, brevissimi trailer, piccoli estratti dalle parti già completate del film) per ricordare loro continuamente che la lavorazione procede e l'uscita è sempre più imminente.
Così facendo i grandi studios puntano ad allargare questo tipo di pubblico creando una forte aspettativa nei confronti di una pellicola anche nei soggetti meno informati sul cinema che altrimenti non l'avrebbero assolutamente avuta.
E' quello che è successo intorno alle prime notizie su The Dark Night Returns, seguito di Batman Begins (il fortunatissimo quinto film della saga dell'uomo pipistrello scritto e diretto da Christopher Nolan ed interpretato da Christian Bale), sulla cui trama già si avevano indizi alla fine del film precedente e sul cui cast si è subito cominciato a vociferare. Nulla di tutto questo però è stato paragonabile all'effetto che si è avuto dalla diffusione in rete di una foto di Heath Ledger col trucco di scena da Joker. La particolarità del trucco (per niente glamour ma anzi molto crudo e realista) ha gettato una diversa luce sulle possibilità del film alimentando dibattiti, discussioni, speranze e aspettative non solo da parte dei fan ma anche dei semplici appassionati. Del film se n'è cominciato a parlare e molto, in molte maniere diverse e su luoghi diversi della rete: dai siti ufficiali dei giornali a quelli cinematografici, dai forum specializzati ai blog tematici, fino anche a quelli più generali. Un tipo di pubblicità non ottenibile in nessun'altra maniera e che è il sogno di qualunque produttore.
Tra tutti i modi attraverso i quali si promuove un film in rete questo, che è il più recente, sembra finalmente in grado di coniugare con intelligenza le specifiche potenzialità e caratteristiche della comunicazione su internet con la soddisfazione (sempre parziale) del bisogno di informazione degli appassionati. Cosa che non era assolutamente riuscita a tutte le strategie precedenti (che comunque continuano ad esistere) come i blog tenuti dagli autori durante la lavorazione, i siti messi in piedi per ogni film dove si possono trovare immagini, filmati, suoni e piccole chicche o anche i più tradizionali accordi di sponsorizzazione sui grossi portali e motori di ricerca.
Al momento dunque sembra che nulla come la diffusione di materiale ufficiale sia in grado di far parlare di un film, anche a grande distanza dalla sua uscita. A dimostrarlo è il fatto che in Italia ancora si attende l'uscita in sala di Ratatouille (prevista per ottobre) ma già su internet già si parla di Wall-E, il prossimo film Pixar, grazie alla diffusione di una primissima foto in cui si vede solo un piccolo robot da lavoro con occhi antropomorfi e di un brevissimo trailer che mostra poche immagini del robot intento al suo lavoro alienante con in sottofondo la musica di Brazil, il film di Terry Gilliam del 1984. Pochissime immagini e poche informazioni che tuttavia sono sufficienti, ad un anno di distanza dall'uscita, a scatenare voci di corridoio, teorie e supposizioni sulla trama e il possibile svolgimento del film, sempre in attesa della prossima piccola indiscrezione.
da IL SECOLO XIX del 19/07/07
Sono solo due esempi, i più recenti, di come internet stia cambiando la promozione cinematografica, specialmente per quanto riguarda le pellicole più attese, i grandi blockbuster e i film che coinvolgono autori o attori di culto, tutte quelle opere insomma che per un motivo o per un altro godono di un certo seguito e di un'aspettativa, almeno da una parte del pubblico, già dal momento del loro annuncio.
Grazie ad internet i fan e gli appassionati possono essere raggiunti a costo zero, sottoponendogli materiale di lavorazione grezzo (foto scattate sul set, brevissimi trailer, piccoli estratti dalle parti già completate del film) per ricordare loro continuamente che la lavorazione procede e l'uscita è sempre più imminente.
Così facendo i grandi studios puntano ad allargare questo tipo di pubblico creando una forte aspettativa nei confronti di una pellicola anche nei soggetti meno informati sul cinema che altrimenti non l'avrebbero assolutamente avuta.
E' quello che è successo intorno alle prime notizie su The Dark Night Returns, seguito di Batman Begins (il fortunatissimo quinto film della saga dell'uomo pipistrello scritto e diretto da Christopher Nolan ed interpretato da Christian Bale), sulla cui trama già si avevano indizi alla fine del film precedente e sul cui cast si è subito cominciato a vociferare. Nulla di tutto questo però è stato paragonabile all'effetto che si è avuto dalla diffusione in rete di una foto di Heath Ledger col trucco di scena da Joker. La particolarità del trucco (per niente glamour ma anzi molto crudo e realista) ha gettato una diversa luce sulle possibilità del film alimentando dibattiti, discussioni, speranze e aspettative non solo da parte dei fan ma anche dei semplici appassionati. Del film se n'è cominciato a parlare e molto, in molte maniere diverse e su luoghi diversi della rete: dai siti ufficiali dei giornali a quelli cinematografici, dai forum specializzati ai blog tematici, fino anche a quelli più generali. Un tipo di pubblicità non ottenibile in nessun'altra maniera e che è il sogno di qualunque produttore.
Tra tutti i modi attraverso i quali si promuove un film in rete questo, che è il più recente, sembra finalmente in grado di coniugare con intelligenza le specifiche potenzialità e caratteristiche della comunicazione su internet con la soddisfazione (sempre parziale) del bisogno di informazione degli appassionati. Cosa che non era assolutamente riuscita a tutte le strategie precedenti (che comunque continuano ad esistere) come i blog tenuti dagli autori durante la lavorazione, i siti messi in piedi per ogni film dove si possono trovare immagini, filmati, suoni e piccole chicche o anche i più tradizionali accordi di sponsorizzazione sui grossi portali e motori di ricerca.
Al momento dunque sembra che nulla come la diffusione di materiale ufficiale sia in grado di far parlare di un film, anche a grande distanza dalla sua uscita. A dimostrarlo è il fatto che in Italia ancora si attende l'uscita in sala di Ratatouille (prevista per ottobre) ma già su internet già si parla di Wall-E, il prossimo film Pixar, grazie alla diffusione di una primissima foto in cui si vede solo un piccolo robot da lavoro con occhi antropomorfi e di un brevissimo trailer che mostra poche immagini del robot intento al suo lavoro alienante con in sottofondo la musica di Brazil, il film di Terry Gilliam del 1984. Pochissime immagini e poche informazioni che tuttavia sono sufficienti, ad un anno di distanza dall'uscita, a scatenare voci di corridoio, teorie e supposizioni sulla trama e il possibile svolgimento del film, sempre in attesa della prossima piccola indiscrezione.
da IL SECOLO XIX del 19/07/07
2 commenti:
il bello è che in america potresti diventare qualcuno dal niente facendo un sito un pò di giri di marketing e un mediocre prodotto
Non credo, perchè avresti la concorrenza di quello che possono fare autonomamente e a basso costo le compagnie di distribuzione.
Essendo un settore dove i costi sono bassissimi per convincerli a spendere di più non potresti offrire un prodotto mediocre.
Al contrario forse in Italia si potrebbe offrire un prodotto mediocre e farci dei soldi sfruttando l'ignoranza in materia delle produzioni nostrane.
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