Quelle nuove tecnologie che non solo consentono a chiunque di entrare in possesso di strumenti per la ripresa, il montaggio e l’authoring, ma che da pochi anni a questa parte consentono anche di pubblicare e mostrare (potenzialmente) al mondo intero le proprie opere.
Cinema e Web si propone di presentare il meglio della produzione audiovisuale che si è affacciata in rete, qualcosa che al momento è atta da poche persone per poche persone. E per questo motivo i prodotti migliori sono quelli per i quali può esistere una generale identità tra chi produce e chi fruisce. Questa è la vera componente di rottura: una sincerità nel mettere in scena e realizzare opere data dalla comunanza di idee, aspirazioni e volontà tra realizzatori e pubblico. E’ un cinema che parla direttamente al suo pubblico perchè lo conosce, perchè quelle dietro la videocamera sono le stesse persone che fino a ieri erano davanti al monitor stufe dei contenuti che vedevano. Una particolarità che non durerà ancora a lungo e che verrà soppiantata dall’arrivo dei grandi colossi ma che non potrà non influenzare tutto il futuro linguaggio del video in rete.
In questi filmati non ci sono i contenuti acquietanti proposti dai media tradizionali, e anche se i temi non sono molto diversi dal solito (si parla di donne e uomini, di vita metropolitana, di passioni e molto di solitudine) a mancare sono i contesti familiari (sia amorevoli che pedanti), mancano i rapporti convenzionali e mancano le aspirazioni sociali. Per ora il cinema che si vede in rete, quando non vola su temi fantastici con l’animazione o non esplora territori provocatori con la comicità, è sostanzialmente il ritratto malinconico e molto autoironico di chi lo mette in scena (e per buona parte di chi ne fruisce), di una generazione tra i 15 e i 35 anni che è anche l’utenza prediletta di internet.
Il grado zero di tutto è chiaramente l’User Generated Content, tutti quei video che non avrebbero trovato spazio da nessun’altra parte e che in alcuni casi, senza un chiaro motivo, vengono visti da milioni di utenti. Si tratta spesso di riprese di prestazioni curiose o particolari fenomeni che una volta diventati famosi vengono copiati e ripetuti da decine di altri utenti. Materiale che nonostante l’effimera inutilità, nel 10% dei casi sta innovando davvero, segnando il modo di girare e immettere video online.
Non troppo distanti dall’User Generated Content vengono i video musicali prodotti dagli utenti, videoclip alternativi per brani conosciuti e dotati già di loro videoclip ufficiali. Da tempo ormai MTV trasmette sempre meno videoclip lasciando il posto ai programmi e la rete sta prendendo il suo posto come canale preferenziale per i video che dunque non sono più trasmessi a flusso dalla rete, ma sono visti on demand.
Non mancano poi produzioni di tipologia televisiva. Nonostante il terreno sia quasi tutto occupato dai media tradizionali con contenuti tradizionali accade che ogni tanto qualcosa riesca a dimostrare la specificità del mezzo mettendo a nudo la natura di internet. Spesso ciò avviene appoggiandosi alla comicità, elemento trasversale ad ogni tipo di produzione.
Il comico, il grottesco e più in generale l’irriverente senso di divertimento basato sulla presa in giro sono una componente che contamina tutte le produzioni per internet, dove un registro divertente è la chiave per far diffondere qualunque contenuto ed arrivare a parlare al pubblico più vasto possibile. Questo oltre alle produzioni più dichiaratamente comiche, cioè i veri e propri sketch.
Il settore invece in cui la produzione in rete meglio rivaleggia con quella professionale è sicuramente quello dell’animazione, per il quale più che in altri le moderne tecnologie digitali permettono di produrre contenuti a basso costo e alta qualità. E se pure la maggioranza dei prodotti guarda all’animazione giapponese o al 3D della Pixar, esiste qualcosa che cattura immediatamente lo specifico delle tecnologie per la rete e che non potrebbe essere trasmesso da altre parti se non su internet: le animazioni fatte in Flash, un tecnologia nata per animare pagine web ma ora usata anche per fare corti animati di una qualità elevatissima.
A dominare ad ogni modo sono le serie ed il motivo è presto detto: si tratta di una tipologia di produzione più facilmente monetizzabile delle altre. Molte puntate, molti file da vedere e quindi pagine da caricare che equivalgono a più pubblicità visualizzata. Anche per questo le serie sono i contenuti dove la colonizzazione dei media tradizionali è arrivata per prima, ma ancora una volta senza saper incidere e innovare come fanno le produzioni autonome.
A conclusione di tutto poi arriva il cinema vero e proprio, i lunghi o cortometraggi dotati di linguaggio cinematografico prodotti per essere fruiti attraverso la rete e per sfruttarne i meccanismi e le possibilità esclusive. Sono ridefinizioni o anche evoluzioni del modo canonico di raccontare affiancate a sperimentazioni di modalità alternative di produrre e di mostrare contenuti di stampo cinematografico.
Da una parte dunque ci sono i film per la rete, caratterizzati da una messa in scena che è la summa delle caratteristiche esclusive di tutte le altre categorie, e dall’altra c’è una messa in scena più canonica ma che sfrutta le modalità alternative di produzione e di fruizione. Certo molti di questi video sono banalmente sperimentali e in realtà innovano poco non battendo strade effettivamente nuove o utili ma altri invece riescono a trovare effettivamente modi diversi di mettere in scena che sfruttino al meglio le possibilità di interazione di internet. Solo in quei casi siamo di fronte a qualcosa di “veramente” nuovo.
da 7TH FLOOR di Ottobre 2008
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