9.3.07

La tela di Carlotta: Mai fare film con animali!

Fare un film con gli animali e con i bambini non è mai semplice, è una vecchia legge del cinema che è ancora più vera quando si tratta di fare un film che fonda animali veri, animali creati in 3D e animali veri modificati al computer.
La tela di Carlotta inevitabilmente si confronta con Babe - Maialino coraggioso, film con cui condivide i personaggi la tematica e il tipo di realizzazione, ma che è stato fatto ormai quasi 12 anni fa. E rispetto al film di Chris Noonan quest'opera di Gary Winick può contare non solo sull'esperienza del film precedente ma anche sulle possibilità moderne dell'animazione digitale, che ora non si deve limitare all'animazione dei visi ma può anche creare interamente al computer animali non ammaestrabili da far interagire con i protagonisti.

Quindi per realizzare La tela di Carlotta sono stati girati in pratica due film: uno con gli attori (cioè gli animali veri) e uno nel quale sono stati aggiunti i personaggi digitali e sono state fatte tutte quelle modifiche necessarie a rendere più umani gli animali reali e a sincronizzare i loro movimenti con le battute e la recitazione degli altri attori. E neanche a dirlo il secondo film doveva assolutamente fondersi perfettamente con il primo.

È tuttavia difficile dire quale dei due aspetti sia stato di più semplice realizzazione perchè se per la parte digitale è stato necessario lo sforzo coordinato di ben cinque visual effects houses diverse (Tippett Studio di Berkeley, Rhythm & Hues di Los Angeles, e le australiane Rising Sun Pictures, Fuel International and Digital Pictures Iloura), sul set le difficoltà non mancavano. Non era infatti possibile girare le scene con tutti gli animali presenti in contemporanea. Innanzitutto perchè era quasi impossibile mantenere costanti i loro punti di osservazione, cioè attirare la loro attenzione per far sì che guardassero sempre nella direzione giusta, e poi molti animali non andavano d'accordo: "Il cavallo non amava le mucche perchè gli stavano troppo vicine e bisognava girare le loro scene separatamente" spiega John Mahaffey, il regista di seconda unità incaricato delle scene nella stalla "e lo stesso per le oche che sono odiate da tutti gli animali. Ma non bastava girare le scene separatamente, bisognava farlo anche in un ordine specifico, in modo che non si proiettassero le ombre addosso a vicenda".

Per quanto riguarda la post produzione, il Tippet Studio era incaricato della parte più grossa, che comprendeva anche la creazione di Templeton il ratto interamente realizzato in digitale, un personaggio che avrebbe dovuto interagire con gli altri animali (reali) senza che si notasse la differenza: "Se il topo non fosse sembrato reale avrebbe rotto tutta l'illusione degli animali parlanti su cui si basa il film", spiega Joel Friesch, supervisore agli effetti speciali. "Inoltre dovevamo realizzare un ratto fotorealistico che potesse recitare, perchè all'interno del film il suo personaggio subisce una svolta. Infine, quando ormai eravamo già a riprese iniziate, ci hanno anche commissionato la realizzazione dei corvi, seguendo il medesimo principio di armonia con gli altri animali valido per Templeton".
Per raggiungere lo scopo (il fotorealismo) è stato necessario quindi un doppio lavoro, sia operativo al computer che di raccolta informazioni sul set in Australia.

Gli studi Rhythm & Hues invece erano responsabili della creazione e dell'animazione delle espressioni facciali degli animali, in modo da poter comunicare i loro stati d'animo e sincronizzare il movimento della bocca. In questo senso ogni scena ha necessitato della creazione di una "maschera facciale" digitale animata con i movimenti giusti da sovrapporre al viso reale dell'animale.
Nel frattempo la realizzazione del personaggio principale, il ragno Carlotta, era tutta sulle spalle della Rising Sun Pictures. L'animale doveva essere un ragno contemporaneamente realistico e adorabile (impresa non semplice) e naturalmente come il ratto doveva essere verosimile al punto di non stonare vicino agli altri animali. E come già è capitato spesso nel mondo degli effetti speciali si è riusciti a raggiungere il cuore dell'emozione di un personaggio fittizio puntando sugli occhi come spiega il supervisore della Rising Sun, John Dietz: "Per un ragno gli occhi sono necessariamente il punto primario di intervento, non c'è molto altro di umano. Così li abbiamo dotati di un iride umanoide, che ha reso il personaggio molto femmineo, e visto che i ragni hanno otto occhi abbiamo usato i restanti come se formassero le sopracciglia, in modo da dare espressione allo sguardo".

da MYMOVIES.IT del 09/03/07

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